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È mercoledì mancano poche ore alla consegna, da giorni ho chiaro il luogo di cui parlare le rappresentazioni grafiche sono pronte per essere caricate ma di queste 3600 caratteri ancora non è stato scritto neanche uno, inutile ammettere che questo To Do mi fa uscire dalla mia confort zone, paradossale il fatto che mi sento fuori dalla comfort zone dovendo parale di un luogo dove sono cresciuto e mi sento in uno stato di comfort in ogni suo vicolo, bosco, rudere.


Se devo parlare di un luogo sicuramente devo parlare di Nepi, antica città di fondazione etrusca ricca di storia, manufatti architettonici di rilevanza e circondata da valli boschive, devo parlare di Nepi il luogo dove sono cresciuto, il luogo dove la mia famiglia vive da tempo, il luogo dal dove da sempre voglio scappare, anche riuscendosi, ma che sempre mi ri accoglie.


Facile far capire da dove vengo, basta una frase, “da Nepi come l’acqua” tutti conoscono l’acqua di Nepi ma Nepi è solo quello?

Certamente no Nepi è una città di sovrapposizioni; 

di sovrapposizioni di periodi storici dal mondo etrusco e sui numerosi resti che tutt’ora sono visibili nel territorio con le loro bellissime, se pur abbandonate, Vie Cave fino ad arrivare al rinascimento dove ha conosciuto il suo massimo splendore con prima la presenza dei Borgia e successivamente dei Farnese, sovrapposizioni tra città e natura che anche nel centro paese si fa spazio prepotente con la presenza di cascate e i sui boschi.

Ma uno dei luoghi più emblematici per me era sicuramente il casale di famiglia, casale immerso nel verde con una vista che da su tutta Nepi, casale dove avvenivano le cene tra parenti per le feste di famiglia, le estati a perderci tra i percorsi ecologici in prossimità o ad correre con le mini moto nei spiazzali, luogo dei pranzi infiniti sia estivi con le finestre aperte perché fa troppo caldo sia invernali sempre con le finestre aperte perché nonna non la smette di mettere legna nel termo camino, quel luogo rappresenta le poesie di natale in piedi sopra il tavolino e la vergogna di dirla e gli applausi pieni di gioia quando finisci, poesie che crescendo ascolti dai cugini più giovani pieni di timidezza proprio come lo eri tu. Rappresenta tutti gli scherzi fatti agli zii che si addormentavano sul divano subito dopo pranzo.


Ma nepi per me è anche la città delle contraddizioni la città famosa per la sua acqua dove pero esce dal rubinetto solo acqua con arsenico, è una città di persone che non sono interessate alla cultura che pero vivono in case costruite dal Vignola o da Sangallo il giovane, è la città del castello di Lucrezia Borgia, delle mura del sangallo del acquedotto su progetto del Vignola, dei film ma senza una minima organizzazione per promuovere un turismo culturale. 

Foto muraglione di SanGallo il Giovane con l'acquedotto progettato da Vignola


E tra tutte queste contraddizioni sicuramente ci sono io.

Nepi è il paese della mia infanzia dei primi calci dati ad un pallone delle mille ginocchia sbucciate, il paese dove passeggiando per il centro diventa impossibile raggiungere la piazza per il numero di volte in cui vieni fermato a parlare da amici o semplicemente persone che conoscono la tua famiglia, Nepi è il paese dove durante il mio esame di terza media capi che nel futuro sarei voluto diventare architetto, e chi sa un giorno vicino a quel palazzo in via Celsi del Sangallo in continuità ci sarà una mia costruzione, pero è anche il paese che ho abbandonato per andare a Siviglia e successivamente in Francia.



Foto palazzo Celsi SanGallo il Giovane


Famigliare, Nascosto 

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